

Oms, nuovi casi di aviaria ma il rischio resta basso
In Usa quasi 1.000 mandrie infettate, 17 casi umani da dicembre
Il livello di rischio connesso alla diffusione dell'influenza aviaria A/H5N1 soprattutto in Nord America resta basso per la popolazione generale e da basso a moderato per le persone esposte per ragioni professionali. Lo conferma l'ultima valutazione realizzata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), dalla Fao e dall'Organizzazione Mondiale per la Sanità Animale (Woah). La diffusione del virus A/H5N1 non si è arrestata. Al 1 marzo, riferisce il report, negli Stati Uniti 979 mandrie di bovini da latte risultavano positive al virus. Il virus, inoltre, continua a colpire uccelli e mammiferi. Dal 2022 si contano almeno 88 gatti domestici infettati. Parallelamente aumentano i casi nell'uomo. "Dall'ultima valutazione del dicembre 2024 e fino al 1° marzo 2025, sono stati segnalati ulteriori 17 casi umani di infezione da virus A/H5", si legge nel report. Dodici di questi negli Stati Uniti e tra essi si conta un decesso. I casi, però, potrebbero essere sottostimati. "Uno studio sierologico su 115 persone in Colorado e Michigan che lavoravano in allevamenti di bovini da latte" "ha rilevato che otto (il 7%) presentavano prove sierologiche di infezione recente". Nuovi casi di influenza aviaria continuano a essere registrati anche al di fuori del continente americano. Tra dicembre e marzo sono stati segnalati due casi umani in Cambogia; entrambi i pazienti hanno contratto l'infezione da pollame infetto e sono deceduti. Un caso si è verificato nel Regno Unito in un lavoratore di un allevamento avicolo interessato dall'infezione; un caso in Vietnam: l'individuo è entrato in contatto con pollame malato e morto e ha sviluppato una forma grave della malattia, ma è guarito. A questi si aggiunge un caso in un bambino in Messico, identificato a inizio aprile.
Y.al-Hamad--BT